“NON È UN FILM” – UN’ALTRA OPERAZIONE SBIRRESCA CHE IRROMPE NELLE NOSTRE CASE

Diffondiamo:

Verso la mezzanotte di martedì 9 settembre, una decina di sbirri, tra cui qualche faccia nota della digos di Varese, è entrata nella casa di un nostro compagno. Hanno circondato le persone presenti intorno al divano obbligandole a stare sedutx e hanno subito ritirato i telefoni che hanno trovato in giro, senza dare informazioni o mostrare alcun mandato. L’unica informazione comunicata era che si trattava di notificare un avviso di garanzia.

Hanno iniziato una perquisizione superficiale della casa, distraendo dai loro movimenti le persone presenti e intimando loro di stare fermx, pertanto la perquisizione è avvenuta senza che nessunx compagnx potesse sincerarsi di cosa stesse avvenendo nelle stanze accanto.

La richiesta di poter contattare unx avvocatx è stata negata subito: “Non è un film”, hanno risposto.

La sbirraglia si è mossa indisturbata fra tutte le stanze della casa, senza comunicare nulla di quanto preso e lasciato. Hanno chiesto a Guido tutti i suoi altri dispositivi, sequestrando computer, tablet, un altro computer e il telefono.

Dopo essersene appropriati, hanno detto a Guido che doveva andare in questura con loro.
Inizialmente sembrava fosse solo per verbalizzare la perquisizione, ma alla richiesta di spiegazioni non davano risposta. Gli hanno poi detto di preparare una borsa con dei vestiti, aggiungendo in seguito che doveva portare cinque cambi con sé. Le motivazioni su quanto stava accadendo venivano date solo in seguito alle azioni, con modalità confuse e arroganti.
Alla domanda sul perché dovesse essere portato in questura e passarci la notte, due degli sbirri presenti si sono fatti riconoscere, chiedendogli se si ricordasse di loro. Il compagno non ricordava, quindi, scambiandosi prima uno sguardo e poi la domanda “glielo diciamo?”, gli hanno rivelato di essere gli sbirri di Messina e gli hanno consegnato il foglio con le accuse (violenza) che hanno portato al suo arresto.

Queste sono riferite ai fatti avvenuti durante e dopo il corteo NoPonte di marzo. Hanno aggiunto la frase “il collega ha ancora il braccio rotto”. Per queste accuse hanno proceduto con la notifica dell’applicazione di una misura cautelare. Non siamo riuscite a leggere che tipo di misura nello specifico. Al momento Gui si trova nel carcere di Varese: sappiamo che dovrà rimanerci perché entro cinque giorni gli verrà fatto un interrogatorio di garanzia.

Evidentemente ci vien da aggiungere che se da Marzo il braccio del collega è ancora rotto, probabilmente “era già così”.

Sappiamo anche che ci sono altrx due compagnx coinvoltx in questa operazione repressiva. Arrestatx a Napoli e Bari, attualmente detenutx al carcere di Poggioreale e di Bari, a seguito di perquisizioni in casa e la notte passata in questura. A loro va tutta la nostra solidarietà.

SOLIDARIETÀ A GUI BAK E ANDRE

L’UNICO PONTE CHE VOGLIAMO È LA SOLIDARIETÀ TRA INSORTX

Per scrivere:

Casa Circondariale di Varese
Via Felicità Morandi, 5
21100 Varese (VA)
NOME COGNOME

Gabriele Maria Venturi
C/o C.c. di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”
Via nuova Poggioreale 167
80143  Napoli

Andrea Berardi
C/o Casa circondariale di Bari “Francesco Rucci”
Via Alcide De Gasperi 307
70125 Bari