NUOVA PUBBLICAZIONE, REPRINT EDIZIONI: “MARA E LE ALTRE. LE DONNE E LA LOTTA ARMATA: STORIE, INTERVISTE, RIFLESSIONI”

Diffondiamo:

È uscito un nuovo testo del progetto reprinting, copie anastatiche di libri di un certo interesse per i contenuti e di difficile reperibilità. Dopo “La rivolta di piazza statuto”,  “I tupamaros in azione”, “I Nap”, “Com’è cominciata” e “Diritto all’odio”, questa volta abbiamo scelto il testo “Mare e le altre – Le donne e la lotta armata: storie interviste e riflessioni” di Ida Faré e Franca Spirito, edizioni Feltrinelli 1979, un testo introvabile e che riteniamo sia altamente interessante per le testimonianze che riporta. Una serie di racconti ed interviste ad alcune delle protagoniste di gruppi armati degli anni settanta in Italia ed in Germania. Dialoghi, scambi e riflessioni che vogliono indagare le scelte profonde che  le portarono nel percorso della lotta armata senza mitizzare né porre giudizi o accuse, ma un modo per comprendere come le donne hanno vissuto le loro scelte nell’intraprendere il loro percorso di azione diretta, in alcuni casi anche in contraddizione con il movimento femminista di quel periodo o del proprio vissuto. Ed infine,  “Mara e le altre” torna  ancora più attuale in questo periodo in cui viene riaperto il processo per la sparatoria a Cascina Spinotta, dove il 5 giugno 1975 Mara Cagol viene uccisa. La giustizia di stato si ostina nella sua ricerca di vendetta, vendetta in primis nei confronti di un’idea, quella coraggiosa e rivoluzionaria di riprendersi il presente per cambiare il futuro, e vendetta verso uomini e donne che hanno trascorso molti anni della propria vita privati della libertà nelle carceri, spesso il regimi duri e di isolamento, ai quali ed alle quali tornat@ in libertà è stato impedito di parlare o raccontare con le proprie testimonianze delle loro esperienze nella lotta armata. Noi invece riteniamo altamente interessante che di quella esperienza si sappia e si conoscano le storie, attraverso le parole delle sue protagoniste ed eccoci qui…

Per info e spedizioni:

reprintedizioni@autistici.org
Edizioni Reprint


Dalla quarta di copertina:

Scopo di questo libro non è analizzare le ragioni politiche che spingono le donne a entrare nella lotta armata. bensì rintracciare, attraverso le storie di alcune protagoniste, o, là dove il caso lo ha consentito, gli incontri e le interviste, quali sono le possibili motivazioni profonde, le spinte inconsce, che determinano una scelta cosi drammatica e nella maggior parte dei casi irreversibile. Una contraddizione tragica sembra segnare quella scelta poiché íl corpo della donna, la sua sessualità, la sua identità, tutti i nuovi valori che essa tonde a costruire, vengono violentemente e necessariamente cancellati da questo tipo di lotta politica. Eppure nell’atto assoluto, di ribellione totale, sembra agire un’identificazione (anche sognata, anche fantasticata) che riscuote e risveglia qualcosa che non appare estraneo alle donne. Lo conferma la loro partecipazione ai gruppi armati che, anche se non ben nota come percentuale, risulta significativa Si tratta dunque di indagare su questa contraddizione, in alcuni suoi aspetti specifici, il rapporto tra le donne e le istituzioni, di storica estraneità, il rapporto con la violenza esercitata direttamente (rapporto ambivalente, perché da un lato risulta assunzione di parametri maschili, dall’altro racchiude il fascino dell’apparentemente possibile e immediata rottura della subordinazione, fino al gioco liberatorio della clandestinità come illusione di essere fuori da tutte le regole); la realtà materiale in cui di fatto si svolge la pratica dell’azione armata, la condizione di quelle che “sono tornate indietro”: l’analisi della situazione quale appariva alla più “teorica” delle combattenti armate, Ulrike Meinhof, le lotte nelle carceri, in cui le donne dei gruppi armati hanno esercitato una funzione guida; il dibattito sulla violenza nel movimento delle donne, con particolare riferimento ai gruppi che esercitano e si riconoscono nell’azione diretta.
“Il gruppo clandestino si pone per definizione contro e fuori del sistema” — è una prima conclusione delle Autrici — “ma non ha la possibilità di pensarsi e di definirsi, nel senso che il suo ‘contro’ non può che trasformarsi in uguale, anche se contrario. Non riesce più a trovare la possibilità di costruirsi e di differenziarsi da quel sistema violento che vuole combattere e finisce per essere travolto e per indossare il vestito che lo stato gli dà. Si può dire allora che in una situazione come questa le donne rappresentano una contraddizione invisibile, e si sono andate a ficcare in un luogo ìn cui riconoscere la propria differenza e i propri specifici problemi risulta più impossibile che mai.”


Qui un podcast con degli estratti dal libro realizzato dalle compagne di
porfido:

https://porfidotorino.it/2025/04/14/mara-e-le-altre-di-ida-fare-e-franca-spirito/