Riceviamo e diffondiamo:
Sabato 27 aprile ci siamo incontrate in tantissimx a Bologna sotto le sezioni femminili del carcere della Dozza per portare tutto il nostro calore e la nostra solidarietà alle detenute, contro il nuovo piano carceri e le violenze di Stato.
Sapevamo che non avremmo ricevuto nessuna risposta da dentro perché la posizione più vicina alle sezioni femminili non permette una vera e propria comunicazione dentro-fuori, nonostante ciò ci siamo radunate in tantx sul lato di via Ferrarese, perchè abbiamo notizia che qualcosa delle nostri voci riesce a superare quelle sbarre, e che se anche noi non sentiamo le detenute, loro possono sentirci. Successivamente ci siamo spostatx dal maschile, in posizione più privilegiata, e lì la comunicazione è stata diretta ed efficace.
Nemmeno una manciata di mesi fa le istituzioni cittadine propagandavano sui media il femminile della Dozza come “modello da seguire”, esempio di come dovrebbe essere un “carcere che funziona”. Nonostante le retoriche della direttrice del carcere e del sindaco di Bologna, su una Dozza progressista che rieduca con clemenza superando gli standard italiani di condizioni di vita nelle carceri, di recente al femminile a Bologna due donne si sono tolte la vita.
Abbiamo condiviso con le detenute la nostra rabbia e portato loro tutta la nostra solidarietà. Abbiamo riportato gli scioperi e le proteste in corso nelle altre carceri, e ribadito l’importanza del legame tra le lotte dentro e le lotte fuori, contro le politiche classiste, razziste e repressive che vedono sempre piu persone private della libertà. Abbiamo inoltre ribadito la nostra ostilità alla sezione “nido” istituita in carcere e al repartino psichiatrico femminile.
Giuntx dal maschile, appena ragginuta la cinta muraria, immediatamente dalle celle grida di aiuto, cori e saluti sono esplosi. Tantissime le risposte, gli scambi e le urla: “libertà”, “agente corrotto”, “indulto”. I detenuti hanno raccontato di moltissime persone recluse in condizione di grave sofferenza psichica, dei problemi con il cibo e con l’acqua, dei pacchi che non arrivano, ed, in reazione a quanto accaduto al Beccaria, degli abusi e delle violenze delle guardie anche alla Dozza.
Abbiamo condiviso coi detenenuti il presidio al femminile, e riportato anche a loro degli scioperi e delle lotte nelle altre carceri, oltre che delle retate e dei blitz di polizia che vedono le strade dei quartieri sempre più militarizzate, colpite da controlli, abusi e fermi razziali.
In Italia nelle carceri sovraffollamento e psichiatrizzazioni aumentano esponenzialmente. In soli 4 mesi nel 2024 si contano già 32 suicidi, mentre proteste, scioperi e rivolte continuano ad accendersi in tutta la penisola. A tutto ciò lo stato risponde con un piano che intende ampliare il sistema repressivo e detentivo investendo in nuove galere e padiglioni. La mappa va da Roma e Milano, Cagliari e Sulmona, Brescia e Forlì. A Cagliari, nel capoluogo sardo a marzo è stato inaugurato un padiglione da 92 posti per detenuti in 41-bis. Altri ottocento posti letto saranno presto pronti a Milano e Roma: quattrocento nel carcere di Opera, altrettanti a Rebibbia, nel nuovo complesso dell’istituto romano. Nuovi spazi si ricaveranno in Emilia-Romagna, duecento posti a Bologna, duecentocinquanta a Forlì. Ancora al Nord: Bollate, Gorizia, Pordenone. Ruspe al lavoro, garantisce Nordio.
Sotto entrambe le sezioni abbiamo lasciato riferimenti per scrivere e rilanciato la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione per un mondo libero da tutte le gabbie, che andrà in onda sabato 11 maggio alle 17:30 sulle frequenze di Radio Città Fujiko (FM 103.1)
Non c’è liberazione finché esisteranno carceri, frontiere e cpr.
La città per cui lottiamo non ha quartieri con le sbarre!
Compagnx solidalx